Management nutrizionale del paziente sottoposto a trattamento chirurgico dell’obesità.


Nell’immediato post operatorio occorre garantire  il ripristino della funzionalità gastrointestinale attraverso un protocollo di rialimentazione che tenga conto dei seguenti punti fondamentali:

  • La consistenza degli alimenti deve aumentare in modo progressivo: si inizia con alimenti cremosi per 2-3 settimane (liquidi non calorici, non zuccherati e senza caffeina + brodo, latte, yogurt, semolino, liofilizzati, omogeneizzati). Successivamente devono essere introdotti alimenti che necessitano di un minimo di masticazione per poi passare ad alimenti sempre più solidi, facendo attenzione alla tollerabilità del paziente.

 

  • L’alimentazione deve essere frazionata in 3 pasti principali + 2/3 spuntini. Questo è fondamentale sia per garantire l’intake adeguato di nutrienti, sia per ridurre la durata del digiuno tra i pasti che è considerato un fattore predisponente alla voracità al pasto principale. Per quanto riguarda i volumi dei pasti, ciò che determina le porzioni consumate è il senso di sazietà soggettivamente avvertito dal paziente. Nelle prime fasi si raccomanda comunque di non superare i 70-80g di alimento a pasto.

 

  • L’intake di liquidi deve raggiungere almeno i 1500ml/die. Sono permessi tutti i liquidi chiari non gassati né zuccherati. È vietata l’assunzione di bevande alcoliche. Per ridurre il rischio di iperestensione della tasca gastrica i liquidi andranno assunti:
    • a piccoli sorsi, senza l’ausilio della cannuccia per evitare l’introduzione contemporanea di aria.
    • Lontano dai pasti, poiché l’assunzione contemporanea di liquidi e alimenti solidi comporta l’iperestensione gastrica e un accelerato transito del cibo nel tratto digerente.

 

  • Il paziente deve essere incoraggiato a consumare lentamente il pasto. Una durata ideale corrisponde a circa 30 minuti, tempo necessario per percepire a livello centrale il senso di sazietà. È importante poi far attenzione alla masticazione al fine di prevenire eventuali complicanze legate alla repentina e/o eccessiva distensione delle pareti della tasca gastrica.

 

  • L’alimentazione deve essere ad elevato contenuto proteico, ridotto intake di zuccheri semplici e bilanciata in lipidi e carboidrati; ciò al fine di minimizzare il catabolismo proteico e favorire un deficit energetico in grado di ottimizzare il calo ponderale.

 

  • Prevedere una supplementazione di vitamine e minerali, in funzione della procedura chirurgica eseguita e della compliance del paziente al piano dietetico

Complicanze legate all’ alimentazione.

Le complicanze correlate all’alimentazione sono prevenibili attraverso una buona compliance del paziente alle norme dietetico comportamentali consigliate.

Le principali complicanze legate all’alimentazione nella fase post – intervento sono:

  • PLUGGING. Per plugging si intende lo spettro di sintomi, tra cui il dolore epigastrico, nausea e vomito associati all’iperdistensione della tasca gastrica. Tale complicanza è correlata alla cattiva masticazione, alla voracità e al volume eccessivo del pasto. Il paziente deve essere incoraggiato a consumare lentamente i pasti, facendo particolare attenzione ai segnali di sazietà e alla masticazione, in modo da garantire il corretto transito del bolo alimentare. Quando si verifica tale complicanza il paziente tende a sviluppare una disfagia selettiva per alcuni tipi di alimenti (spesso alimenti asciutti, secchi e fibrosi) orientando le proprie scelte verso alimenti morbidi (soft eating) e che non richiedono particolari attenzioni nell’assunzione. Il soft eating e lo snacking (piluccamento) sono pattern alimentari inquadrabili come condotte di evitamento della componente restrittiva dell’intervento che, se prolungati nel tempo, potrebbero inficiare i risultati nel breve e lungo termine sul calo ponderale.

 

  • DISIDRATAZIONE. La disidratazione è una complicanza frequente dopo l’intervento ed è spesso correlata ad un insufficiente apporto di liquidi, a vomito ricorrente o diarrea. I sintomi includono la comparsa di urine scure, nausea, stanchezza, ipotensione.

 

  • DIARREA. Complicanza più frequentemente associata ad interventi malassorbitivi; può essere correlata anche ad intolleranza al lattosio, uso eccessivo di dolcificanti, intake eccessivo di zuccheri semplici o grassi, dumping syndrome precoce e all’assunzione di liquidi al pasto.

 

  • COSTIPAZIONE. È molto frequente dopo interventi restrittivi come conseguenza di un ridotto apporto orale di fibre, idratazione insufficiente e scarso livello di attività fisica. Anche la supplementazione di ferro è da tener in considerazione come possibile causa di stipsi.

 

  • DUMPING SYNDROME. Può verificarsi nei pazienti che hanno subito resezione del piloro e si sviluppa in seguito al rapido transito nell’intestino tenue di liquidi ad alta osmolarità. A 15-30 minuti dal pasto si manifesta con sintomi prevalentemente gastrointestinali e prende il nome di dumping syndrome precoce ( dolore epigastrico, nausea, diarrea, tachicardia, pallore, sudorazione). La dumping syndrome tardiva invece (con sintomatologia a 1-3 ore dal pasto) è meno frequente e si manifesta con tachicardia, tremori, debolezza e confusione. Per prevenire la comparsa della dumping syndrome occorre escludere dalla dieta tutti gli alimenti e le bevande ad alto contenuto di zuccheri semplici e prevedere una dieta solida frazionata, con pasti misti in carboidrati, lipidi e proteine.

 

  • CARENZE VITAMINICHE E MINERALI. Tutte le linee guida internazionali raccomandano l’utilizzo di integratori specifici dopo trattamento chirurgico dell’obesità. Un’adeguata valutazione degli esami ematici di interesse nutrizionale è di fondamentale importanza per la prevenzione e/o precoce identificazione di eventuali carenze nutrizionali.

 

  • MALNUTRIZIONE PROTEICA. La malnutrizione proteica proteica e l’ipoalbuminemia si riscontrano raramente nei pazienti sottoposti a interventi di tipo restrittivo e sono strettamente legate al comportamento alimentare del paziente. Per questo motivo un accurato counselling nutrizionale è generalmente sufficiente a risolvere il problema. In caso di malnutrizioni proteiche più gravi, si consiglia di valutare l’integrazione di proteine ad alto indice di assorbimento (proteine del siero del latte)

 

  • CADUTA DEI CAPELLI. Si verifica frequentemente nel post intervento ma raramente è indicativa di carenze nutrizionali (Si raccomanda comunque di valutare possibili deficit di zinco, ferro, ac. grassi essenziali e selenio). Generalmente questa complicanza si risolve autonomamente e raramente il paziente trova giovamento da supplementazioni specifiche ( proteine, biotina, zinco).

 

  • RECUPERO PONDERALE. L’intervento di chirurgia bariatrica è considerato efficace se comporta un calo ponderale di almeno il 50% del peso in eccesso. Variazioni di peso ±5 kg sono considerati normali in fase di stabilizzazione del peso mentre un recupero >10kg del peso minimo raggiunto è indicatore di weight regain. In caso di incremento ponderale >10kg si consiglia di indagare radiologicamente l’integrità della tasca gastrica e in assenza di complicanze anatomiche è fondamentale individuare i pattern alimentari disfunzionali ( intake di liquidi al pasto, assunzione di bevande gassate, plugging, pilucca mento, soft eating, sweet eating,…).

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