L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla chiaro: il peso ottimale alla nascita dovrebbe assestarsi tra 3,1 e 3,6 kg e ci sono due fattori sui quali possiamo agire per far si che questo si verifichi:
- Il peso materno prima della gravidanza
- Il peso acquistato durante la gravidanza
Il peso materno prima della gravidanza
Per quanto riguarda il peso pregravidico, la gravidanza più sana è associata a un BMI di 23 kg/m².
Cos’è il BMI?
È il rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato e classifica la persona in una categoria tra sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesità secondo questa tabella.
< 18,5 | SOTTOPESO |
18,5-24,9 | NORMOPESO |
25,0-29,9 | SOVRAPPESO |
30,0-34,9 | OBESITÀ 1° GRADO |
35,0-39,9 | OBESITÀ 2° GRADO |
≥ 40 | OBESITÀ 3° GRADO |
Puoi scoprire dove ti collochi con l’aiuto di questo grafico:
Il range di normalità è definito tale in quanto è associato al minor rischio di mortalità e il valore ottimale di 23 si trova esattamente in mezzo a questo intervallo.
Le persone con valori troppo vicini all’indice inferiore del range possono presentare alcuni fattori di rischio; ad esempio, in caso di aumentato dispendio calorico (per febbre, infezioni, traumi, ecc.) potrebbero scivolare facilmente nel sottopeso.
Allo stesso modo, l’obesità merita un’attenzione speciale a causa dell’impatto che ha sia sulla mamma che sul bambino.
Il peso acquistato durante la gravidanza
In funzione del peso pregravidico, l’OMS consiglia uno specifico incremento ponderale per terminare la gravidanza nel miglior stato di salute possibile:
BMI PRE-GRAVIDICO | INCREMENTO PONDERALE AUSPICABILE |
<18,5 kg/m² | 12,5-18 kg |
18,5-24,9 kg/m² | 11,5-16 kg |
25– 29,9 kg/m² | 7- 11,5 kg |
> 30 kg/m² | 7 kg |
* Nella gravidanza gemellare si auspica un incremento ponderale di 16 – 20,5 kg
Una rapida perdita di peso o una dieta eccessiva durante la gravidanza sono potenzialmente pericolose. Se si instaura una chetoacidosi infatti, l’ambiente può non essere compatibile con la crescita del feto o può causare un ritardo cognitivo nel bambino.
Per questo motivo se cominci una gravidanza con un eccesso di peso, la cosa migliore che puoi fare è alimentarti in modo sano ed equilibrato e rimandare la dieta ipocalorica a dopo il parto.
QUALI SONO GLI IMPATTI DI OBESITÀ E IPERALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA?
C’è un impatto sul bambino?
In presenza di obesità il feto cresce in un ambiente non ottimale che lo influenzerà fino all’età adulta. Aumentano infatti le probabilità di manifestare arteriosclerosi, ipertensione, resistenza insulinica e altre alterazioni metaboliche ed endocrinologiche spesso conseguenti ad un’obesità che si protrae dall’infanzia (Guelinckx I, 2008) (Boney CM, 2005) (Hanley, 2010)
Le condizioni metaboliche materne sono state associate anche a problemi nello sviluppo del sistema nervoso centrale, tra cui autismo e ritardo cognitivo (Krakowiak, 2012).
E sulla mamma?
I kg acquistati in eccesso durante la gravidanza vengono smaltiti con più difficoltà e spesso si concentrano nella zona addominale.
Il grasso addominale prende il nome di adiposità viscerale e aumenta il rischio di sviluppare patologie metaboliche e cardiovascolari (McClure CK, 2013).
Le donne obese affrontano spesso anche difficoltà nell’iniziare e nel sostenere l’allattamento al seno.
In aggiunta
una nuova ricerca ha dimostrato che ciò che una donna mangia quando è incinta può influenzare il rischio di obesità per il suo bambino, senza riguardo per quanto grassa o magra sia, o il peso del suo bambino alla nascita. Due progetti finanziati dall’UE, EDEN (Study of pre- and early postnatal determinants of the child’s development and health) e EARNEST (Early Nutrition Programming Project) stanno studiando queste tematiche.
Abbiamo capito l’importanza di affrontare una gravidanza con un peso sano ma ora sono sorti altri dubbi: quanto deve mangiare una donna in gravidanza? Di quanto aumentano i suoi fabbisogni? In questa fase della vita è necessario escludere qualche alimento?
Queste sono solo alcune delle domande a cui si tenterà di dare risposta nel prossimo articolo, tenendo sempre presente che l’alimentazione va comunque pianificata in funzione delle caratteristiche e delle esigenze di ogni donna.
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